Blocco importazioni prodotti agroalimentari in Russia
Riportiamo di seguito la comunicazione pervenuta dagli uffici ICE di Mosca.
Facciamo riferimento alla situazione delineatasi nel corso degli ultimi due giorni in merito ai blocchi all’importazione per taluni generi alimentari per inviare una nota di approfondimento in merito.
Il 6 agosto 2014 il Presidente della Federazione Russa ha, con il Decreto (Ukaz) n. 560 “Sull’applicazione di singole misure economiche speciali atte a garantire la sicurezza della Federazione Russa”, introdotto il divieto di importare in Russia alcune categorie di alimenti per un periodo non superiore a un anno, demandando al Governo di determinare in tempi brevi gli elenchi dei Paesi stranieri esportatori soggetti a tale divieto e dei prodotti inclusi nel campo di applicazione dell’atto.
Il giorno seguente, 7 agosto 2014, il Governo della Federazione Russa ha emanato il Decreto attuativo “Sui provvedimenti di attuazione del Decreto del Presidente della Federazione Russa del 6 agosto 2014 n. 560” (testo in lingua italiana in allegato tradotto dall’Ambasciata d’Italia a Mosca), con il quale e’ formalizzata l’introduzione del divieto di importare nella Federazione Russa, per un periodo della durata di un anno, determinati prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari (tra i quali figurano carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, ortofrutticolo, ecc. – sono esclusi invece vini, bevande, prodotti per l’infanzia, pasta e prodotti da forno) provenienti da Stati Uniti d’America, paesi dell’Unione Europa, Canada, Australia e Norvegia.
Al fine dell’identificazione con precisione dei prodotti interessati al blocco si dovrà far riferimento ai codici doganali riportati nella traduzione del decreto ufficiale. Si evidenzia che la denominazione dei prodotti – secondo quanto segnalato nel decreto – è riportata solo per comodità di utilizzo ed in caso di discrepanza fa quindi fede il codice doganale.
Sulla base delle statistiche a disposizione di quest’Ufficio inoltre segnaliamo che l’impatto in termini di valore sull’export italiano per la parte restante del 2014 potrà raggiungere i 100 milioni di Euro.
(Fonte: Unionalimentari Confapi)