SCIOPERO DELLE CARTIERE: «SENZA ETICHETTE, SCAFFALI VUOTI»

 

 

A lanciare l’allarme sono Marco Tenaglia e Roberto Cotterchio, rispettivamente presidente e il vicepresidente di Unigec (Associazione nazionale di categoria dell’Editoria, Grafica e Cartotecnica) 

«O si trova una soluzione nell’arco dei prossimi sette giorni, oppure lo sciopero in corso negli stabilimenti finlandesi della Upm, una delle più grandi cartiere al mondo, potrebbe avere ripercussioni devastanti in molti settori produttivi anche sul nostro territorio». A lanciare l’allarme e chiedere la costituzione di un tavolo sono il presidente di Confapi Varese e presidente Unigec (Associazione nazionale di categoria dell’Editoria, Grafica e Cartotecnica) Marco Tenaglia e il vicepresidente di Unigec Roberto Cotterchio. 

 

 Fare presto 

A destare grande preoccupazione nel settore della carta, ma anche in altre filiere produttive è lo stato di agitazione che dal primo gennaio 2022 sta interessando il colosso finlandese Upm, realtà che detiene il 40% del mercato internazionale nella produzione di carta e in particolare di quella adesiva destinata alla produzione di etichette. Azione sindacale che potrebbe protrarsi fino a metà marzo. E che, se così fosse, metterebbe ancor più in difficoltà non solo le imprese che producono etichette, ma anche altre filiere dal momento che verrebbe a mancare un prodotto, considerato da “mercato secondario”, ma in realtà strategico per far arrivare nei punti vendita i prodotti finiti. 

 

 I numeri 

 Per dare l’idea delle dimensioni del problema, basta ricordare che in Europa vengono trasformati ogni anno 8 miliardi di metri quadrati di materiale autoadesivo, pari a circa 240 miliardi di etichette necessarie. Etichette applicate per identificare come imballo primario prodotti alimentari, vini e alcolici, medicinali, prodotti per la detergenza e per l’igiene personale. Ma anche per veicolare una spedizione logistica: ogni pacco di Amazon, ad esempio, è accompagnato da almeno due etichette identificative. Per quanto considerato un mercato “secondario”, le etichette autoadesive sono un elemento strategico per moltissime filiere produttive e commerciali. 

«Stiamo parlando di un prodotto trasversale – spiega Roberto Cotterchio, che oltre che vicepresidente di categoria ha anche un’impresa costretta a fare i conti con la crisi sindacali in atto in Finlandia – la cui carenza di disponibilità potrebbe davvero causare il blocco di altre filiere produttive. Basti pensare che sul mercato sono moltissime le tipologie merceologiche i cui prodotti hanno almeno un’etichetta autoadesiva». 

E a raccogliere e rilanciare la preoccupazione delle imprese di settore (e non) è il presidente di Unigec Marco Tenaglia: «Attenzione che questo è un problema che va ben oltre le imprese di settore. Per tale motivo auspichiamo la convocazione di un tavolo tra le parti sociali che contempli anche la presenza di referenti del settore e una reazione da parte delle istituzioni politiche».